Questa è un’avventura che nasce due passi dopo l’orticello per passione e un passo dopo la voglia di auto-sostentamento.
Da subito ho deciso di avvicinarmi alla terra in modo inconsueto: orto sinergico, che semplificando è un orto giardino.

Ho iniziato a capire cosa significa la stagionalità dell’ambiente che ci circonda: la realtà della maggior parte delle persone è quella esclusiva del supermercato dove frutta e verdura si trovano in tutte le stagioni.
In una situazione di grande omologazione dell’offerta mi sono resa conto che c’è una varietà infinita di colture ignorate non perché poco gustose, ma perché poco funzionali alle esigenze della grande distribuzione. Ho scoperto che i semi venduti sono per la quasi totalità ibridi, diventano velocemente sterili perché così l’agricoltore è costretto a ricomprarli ogni anno. Ho scoperto anche che molti dei trattamenti dati sulla frutta hanno solo motivazioni estetiche.

Ero arrivata qui per creare un ambiente bello iniziando da un campo: produrre molto di quello che serve per la mia famiglia, per i nostri amici e per chi ci conosce; decidere cosa piantare, come lavorare la terra e quali prodotti utilizzare; smettere di mangiare cibi di cui non sappiamo nulla. La testa poi corre veloce e ben presto mi sono ritrovata insieme a Massimo a ragionare con un progetto più ampio e meno autoreferenziale, decisamente impegnativo, ma più coinvolgente.
Ho così avviato un’azienda agricola dal 2015 certificata biologica; ho piantato 1.500 alberi scelti accuratamente e creato un grande orto. E questo è solo l’inizio.